Roma, retroscena Dybala: dalla difesa dei compagni all'ex di Maradona che cura le nozze

Sereno, a posto fisicamente, sorridente. Paulo Dybala, da quando è alla Roma, non è mai stato così sereno. Perché dopo mesi di calvario fisicamente si sente bene e forse ha fatto anche un po’ pace – inconsciamente – con il suo fisico: sa che a oltre 30 anni è costretto a gestirsi, che non può giocare ogni 3 giorni per 90′, ma sa anche che lavorando in un certo modo può, quantomeno, aumentare minuti e presenze. Lo sta facendo. Non solo: la serenità professionale va di pari passo con quella personale, sicuramente alta dopo che nei mesi scorsi ha deciso di sposare la fidanzata Oriana Sabatini. I preparativi procedono e non c’è giorno, in Argentina, in cui non si parli di quello che è definito già: “Il matrimonio dell’anno”. I gossip sono alle stelle perché si uniscono calcio, cinema, tv (la mamma di Oriana è una nota attrice e conduttrice), tennis (la zia della ragazza è Gabriela Sabatini) e moda. Attesi, a fine luglio nei pressi di Buenos Aires, oltre 200 invitati tra cui, pare, tutti i campioni del Mondo del 2018 che, nelle intenzioni, dovrebbero e potrebbero giocare la finale di Coppa America almeno una settimana prima. Ad organizzare la cerimonia blindatissima (agli ospiti pare sarà chiesto di non fare foto e video durante il rito) un nome d’eccezione: Claudia Vilafane, ex moglie di Diego Armando Maradona. E’ lei, con la sua agenzia, ad occuparsi di quello che, il 20 luglio, dovrebbe essere un matrimonio molto classico: Oriana e la sua famiglia, con i consigli di Alicia, la mamma di Dybala, stanno scegliendo tutto. Paulo però non si limita a dire sì o no, ma sta cercando di dare il suo contributo, in particolare sulla scelta degli ospiti musicali che, scrivono sempre in Argentina, dovrebbero essere di livello molto alto. In tutto questo, però, la sua priorità è il campo.

Dybala: tutti i segreti del suo allenamento

In attesa di capire come si evolverà il futuro a Roma (il bivio è facile: in estate o addio o rinnovo) Dybala sta curando ogni particolare del suo rendimento. Si allena a Trigoria gestendosi tra allenamenti di gruppo e personalizzati, a casa ha un preparatore spagnolo (lo stesso di Paredes e ora al gruppo si è unito anche Azmoun) e un osteopata, ha aumentato le ore di sonno  e modificato qualcosa nella sua alimentazione, mai così rigorosa, tanto che ha asciugato leggermente il suo fisico. Ha segnato finora 11 gol e fatto 6 assist in campionato, è il primo giocatore della Roma per falli subiti (35) e per tiri in porta (20). Ha segnato 30 gol in 63 partite (e la media non è difficile da fare) e sta trovando una continuità importante: da quando la Roma ha cambiato allenatore ha saltato, a scopo precauzionale, solo la partita contro il Frosinone. Mourinho è stato determinante per convincerlo ad accettare la Roma, De Rossi sta facendo di tutto, con il suo staff, per metterlo nelle condizioni migliori per esprimersi. La sua maglia è sempre la più venduta, il suo autografo il più richiesto, con oltre 58 milioni di follower solo su Instagram c’è un abisso tra lui e tutti gli altri della rosa. La proprietà se lo gode, in attesa di capire, con Lina Soulokou e con il nuovo ds, cosa succederà nei prossimi mesi. Anche perché c’è un altro aspetto da considerare: la testa. Dybala, in questi mesi, è cresciuto: il Mondiale vinto gli ha dato consapevolezza perché, pur non giocando tanto, ha calciato un rigore pesantissimo in finale. E se c’è uno che sa quanto certi palloni pesino si chiama Daniele De Rossi. L’addio di Mourinho gli ha fatto male, ma con il nuovo tecnico si trova bene. Fa gruppo, si porta dietro i ragazzi e si è caricato la squadra sulle spalle nel momento peggiore contro il Torino. Non solo: a Frosinone non ha giocato, ma è stato uno dei più attivi a sostenere i compagni dalla panchina. E anche nello spogliatoio, quando volava con gli avversari qualche parola di troppo, ha preso le parti dei più giovani. Dettagli. Ma non sono i dettagli a fare la differenza?

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